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Dall’esplosione del web 2.0 e dei social media si usa sempre di più il termine “algoritmo” definibile come “insieme di regole e procedure matematiche volte a trasformare un dato input in uno specifico output“.
In altre parole, la combinazione di dati e informazioni utilizzati per determinate finalità.
Alcuni esempi saranno più chiari delle definizioni, soprattutto riportando quelli che incontriamo più spesso sul web:
– quando interroghiamo un motore di ricerca, un algoritmo decide l’ordine con il quale mostrare i risultati, e tenendo conto che solitamente i visitatori scelgono tra le prime dieci proposte, risulta strategico il posizionamento tra i primi dieci;
– nei sistemi finanziari domina l’high frequency trading, detto anche “algotrading” che muove ogni giorno miliardi di dollari, e anche in questo caso la scelta di acquistare o vendere titoli è influenzata da molti fattori del mondo reale, talvolta incontrollabili;
– nell’e-commerce mentre scegliamo cosa comprare, spesso appare il banner “potrebbe piacerti anche…” frutto di un algoritmo che monitora il nostro comportamento, l’uso delle parole, e le query di ricerca per fornire altre opzioni sullo stesso tema;
– nei social network più utilizzati, un algoritmo prende in esame diversi fattori per proporci gli argomenti più interessanti per noi (sulla base dei nostri gusti, amicizie, ecc.).
Questi sono solo alcuni esempi di come gli algoritmi vengono utilizzati per orientare le scelte sul web, dalla semplicità di un acquisto alla complessità degli orientamenti elettorali.

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