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Anche il Notariato è coinvolto nell’evoluzione digitale, ed ora oltre alla firma digitale, adotta ufficialmente anche la firma grafometrica.
Il passaggio dalla carta al digitale dal 2010 è stato applicato anche agli atti notarili, con la redazione dell’atto pubblico informatico e l’introduzione di un sistema di conservazione centralizzato gestito dal Consiglio Nazionale del Notariato.
In particolare, la Legge Notarile (come introdotto dal d.lgs. del 2010), nel rispetto di quanto stabilito dal Codice dell’amministrazione digitale (Dlgs. 82/2005) ha precisato:

– le tipologie di firma elettronica ulteriori rispetto a quella prevista dall’articolo 52-bis che possono essere utilizzate per la sottoscrizione dell’atto pubblico;
– le regole tecniche per la trasmissione telematica, la conservazione e la consultazione degli atti, delle copie e della documentazione.
In tale contesto, il Ministero della giustizia ha dettato le prime istruzioni per le ispezioni della piattaforma online gestita dal Consiglio nazionale del notariato: applicazione appositamente concepita per la creazione e sottoscrizione di un atto notarile informatico, dalla quale il Notaio può redigere atti pubblici, autenticare scritture private e sottoscrivere i documenti con firma digitale. Ora sulla piattaforma sarà disponibile anche la firma grafometrica che richiede l’acquisizione dei parametri biometrici della sottoscrizione e il tratto grafico della firma.
Il documento informatico finale risulta una unità logica con estensione “ati”, in cui confluiscono tutti i file sottoscritti (l’atto originale e gli allegati), l’impronta di tutti gli oggetti che costituiscono il documento informatico e le informazioni archivistiche del fascicolo. Infine, per ciascun atto notarile i vari file vengono accorpati tra loro tramite il calcolo dell’impronta, sulla quale viene apposta una firma di processo e una marca temporale.